Manuel Caliumi: sax contralto
Michele Bonifati: chitarra elettrica
Andrea Grossi: contrabbasso, composizioni
Jim Black: batteria
Blend 3 nasce nel 2017 e lo stesso anno debutta durante l’International Jazz Day sul palco della Casa della Musica di Parma: sarà il primo concerto di una lunga serie che li vedrà esibirsi ininterrottamente in varie rassegne, festival e club italiani tra cui: Ground Music Festival, ParmaJazz Frontiere Festival, Roccella Jazz Festival, Lyrico Festival presso il Teatro Comunale di Bologna, Teatro Coccia di Novara durante la European Jazz Conference, Festival Iseo Jazz, Mo.Ca Suona Next di Brescia, Ai Confini tra Sardegna e Jazz di Sant’Anna Arresi, Now Music Festival e al Teatro Alighieri di Ravenna durante una maratona musicale organizzata dal Ravenna Festival in ricordo del grande fotografo Roberto Masotti.
Nel 2018 la band registra l’album di debutto, Lubok (WE INSIST! Records), che uscirà l’anno successivo e verrà accolto positivamente da critica e pubblico.
In una recensione su The New Noise Nazim Comunale riporta: “Il loro disco d’esordio si intitola Lubok ed è semplicemente magnifico: un lavoro maturo e senza alcun compromesso, che mostra musicisti capaci di confrontarsi senza patire alcun timore reverenziale con il linguaggio dei giganti.”
Blend 3 è inoltre un possibile nucleo da espandere. È in questa ottica che nascono nuove formazioni e progetti come Songs and Poems (WE INSIST! Records, 2022), quartetto che, dopo una fase iniziale con Gaia Mattiuzzi attualmente vede in Beatrice Arrigoni la voce ideale per proseguire questa ricerca del trio; e AXES (WE INSIST! Records, 2022) ultimo lavoro discografico del trio che vede la partecipazione del grande batterista americano Jim Black.
Blend Orchestra, invece nasce come ensemble di 12 elementi, avendo sempre Blend 3 come nucleo, e debutta al ParmaJazz Frontiere Festival 2017, pubblicando successivamente nel 2020 il disco Four Winds (WE INSIST! Records).
Nel 2019 il trio vince il bando Nuova Generazione Jazz di I-Jazz e sia Andrea Grossi che Blend 3 vengono costantemente inseriti nella classifica del Top Jazz della rivista Musica Jazz.
Michele Bonifati è Miglior Nuovo Talento al Top Jazz 2024 e AXES al secondo posto nella classifica del Miglior Disco dell’anno al Top Jazz 2025.
Dopo aver sviluppato per anni un personale stile ed un’estetica unica come gruppo drumless, la dinamica e gli equilibri del trio non potrebbero essere stimolati e sconvolti di più che dall’introduzione di una batteria.
Già con l’aggiunta della voce, in Songs and Poems, il sound della band, pur mantenendo la sua personalità, si era mutato e rinnovato. La ricerca a livello compositivo da parte di Andrea Grossi era stata fortemente influenzata dal rapporto con il testo, il suono della parola, il suo significato e le strutture formali delle poesie.
Allo stesso modo grazie alla batteria il gruppo deve rivedere densità, dinamiche, layers, texture e funzioni stesse degli strumenti e dei musicisti all’interno dell’equilibrio musicale. La scelta poi non è stata soltanto riguardo allo strumento, ma soprattutto rispetto al musicista che lo suona: Jim Black. Il batterista americano, visionario e inimitabile, era l’unica scelta possibile per esaltare le caratteristiche dei tre musicisti del trio e delle composizioni del suo leader. Grazie a Black la musica di Blend 3 prende nuovamente vita ricercando un costante senso di unicità, sperimentando, crescendo, scavando per andare sempre più a fondo di una proposta musicale che non vuole rassegnarsi alla superficialità sempre più diffusa del mondo che ci circonda, ma allo stesso tempo cercando un sempre maggior punto di contatto con il pubblico che comunichi la nostra necessità di suonare questa musica.
Amici da anni, Grossi e Black non avevano mai avuto la possibilità di lavorare insieme, l’arrivo del batterista in questo progetto di Blend 3 non vuole soltanto essere un occasione professionale, ma anche un sano e sincero scambio a livello umano che darà alla registrazione una profondità che non potrà lasciare indifferente gli ascoltatori.
Andrea Grossi
Contrabbassista, polistrumentista, compositore e improvvisatore, si è esibito in importanti festival e teatri in Italia e in tutta Europa, e ha pubblicato dischi per varie etichette (Clean Feed, Red Records, Stradivarius, Abeat, AUT, ParmaFrontiere, Felmay…), inclusi 4 album come leader (Lubok, Four Winds, Songs and Poems e AXES prodotti da WE INSIST! Records). Da sempre interessato a ogni forma di musica d’avanguardia e sperimentale, con particolare attenzione alla musica improvvisata, ha collaborato anche con il mondo della danza e delle arti performative in Italia e all’estero, in particolare con il fotografo Roberto Masotti. Le sue collaborazioni internazionali (tra gli altri): Jim Black, Barre Phillips, Michael Formanek, Gerry Hemingway, Gyorgy Kurtag Jr., Tobias Delius, Eyvind Kang, Aruan Ortiz, Marcelo Nisinman, Steve Swell, Walter Thompson, Joe Fonda, Tony Moreno, Michel Doneda, Gordon Grdina, Christian Lillinger, François Houle, Thomas de Pourquery, Giancarlo Schiaffini, Cristina Zavalloni, Lynn Cassiers e Diana Torto. Si è diplomato in Contrabbasso Jazz (2017) e in Composizione Jazz (2022), studiando con Roberto Bonati al Conservatorio ” A. Boito” di Parma.
Manuel Caliumi
Diplomato in Sassofono Jazz presso il Conservatorio ” A. Boito” di Parma con il massimo dei voti e la lode e presso il Conservatorio ” F. Venezze” di Rovigo con lode e menzione speciale. Ha frequentato seminari come Siena Jazz, Umbria Jazz, Nuoro Jazz, Arcevia Jazz e Veneto Jazz. Ha perfezionato le sue competenze a New York con David Binney, Melissa Aldana, Loren Stillman e presso il Columbia College di Chicago grazie a una borsa di studio. Ha ricevuto il ” Premio Luca Flores” e il ” Premio Marco Tamburini” ; è stato finalista al ” Premio Massimo Urbani” ; ha vinto il Concorso Chicco Bettinardi e il Barga Jazz Contest. Nel 2017 è stato selezionato come sassofonista alto principale dell’Orchestra Nazionale Jazz. Ha diversi progetti di musica originale e ha collaborato con orchestre come la Jazz Art Orchestra, l’Orchestra Nazionale Jazz, la Parma Frontiere Orchestra, la Civic Jazz Band, la Reunion Big Band e la Tai-No Orchestra. Si è esibito in festival ed eventi in Italia e all’estero, tra cui: Umbria Jazz, Prague Jazz Festival (CZ), Jaipur Music Stage (India), Istituti Italiani di Cultura (Tel Aviv, Parigi, Bruxelles, Colonia, Oslo), Canadian Cultural Centre (FR), Jazz Showcase Chicago (USA), Jazzycolors Festival (FR) e Jazz à La Cité (FR).
Michele Bonifati
Michele Bonifati si è diplomato con lode in Discipline Musicali Jazz al biennio presso il Conservatorio ” Arrigo Boito” di Parma, dopo aver conseguito la laurea triennale in Jazz e Musica Improvvisata presso il Conservatorio ” G. Frescobaldi” di Ferrara. Si è esibito in festival come: EFG London Jazz Festival, Ashkenaz Festival, Foligno Young Jazz, Opus Jazz Club, JAZZ(s)RA Festival, Bergamo Jazz, Veneto Jazz, Fano Jazz Network, Lugocontemporanea, Clusone Jazz Festival e Novara Jazz. Nel 2016 è uscito il suo primo album solista, Another Kind of Bob Dylan, un’opera strumentale basata sulla musica di Bob Dylan, pubblicata da A Simple Lunch. Nel 2023 è stato pubblicato il suo primo album come leader, Three Knots, per nusica.org con il gruppo Michele Bonifati Emong, che include Evita Polidoro alla batteria, Manuel Caliumi al sax e Federico Pierantoni al trombone. Il gruppo è stato selezionato per il programma Nuova Generazione Jazz 2023, che ha promosso le loro performance in Italia e all’estero. Michele Bonifati è stato votato Miglior Nuovo Talento nel tradizionale referendum TOP JAZZ di Musica Jazz nel 2023. Inoltre, Emong è stato votato come terzo miglior gruppo dell’anno e Three Knots come sesto miglior album.
Jim Black
Jim Black è in prima linea nella nuova generazione di musicisti che portano il jazz nel XXI secolo. Oltre a essere uno dei batteristi più influenti del nostro tempo, è anche il leader di una delle band più lungimiranti del mondo, AlasNoAxis, con i suoi collaboratori di lunga data Chris Speed, Hilmar Jensson e Skúli Sverrisson. Basandosi sul suo approccio virtuosistico ma estremamente personale alla batteria jazz, l’estetica di Black si è ampliata fino a includere ritmi balcanici, canzoni rock e soundscapes. Sebbene sia venerato in tutto il mondo per la sua tecnica illimitata e i suoi concetti futuristici, ciò che molti ascoltatori apprezzano di più del lavoro di Jim Black è l’implacabile sensazione di gioia e invenzione che porta nelle sue esibizioni. La presenza sorridente, cinetica e imprevedibile di Jim Black ha affascinato e ispirato il pubblico di tutto il mondo per oltre venticinque anni.
Dalla metà degli anni ’90, Black ha svolto un ruolo fondamentale nell’incorporazione di nuovi suoni e tecniche nel contesto della musica jazz/creativa. Come membro del gruppo collettivo Pachora (con Speed, Sverrisson e il chitarrista Brad Shepik) Black è stato uno dei leader nello studio e nell’adattamento della musica balcanica alla musica jazz. Le sue tecniche avanzate astraggono le strane firme temporali dei Balcani in un nuovo linguaggio poliritmico informato in egual misura dal jazz moderno, dalla drum&bass e dai dumbek dei Balcani. Black è stato anche un innovatore nell’uso dell’elettronica nell’improvvisazione, colmando il divario tra l’improvvisazione elettro-acustica e le tradizioni più basate sul jazz. Oggi è altrettanto probabile che le esibizioni di Black siano caratterizzate dalle sue texture elettroniche basate su laptop che dal suo drumming.
Nato nel 1967, Jim Black è cresciuto a Seattle insieme ai futuri colleghi Chris Speed, Andrew D’Angelo e Cuong Vu. Dopo aver consolidato i loro rapporti personali e artistici nei vari ensemble jazz giovanili di Seattle, nel 1985 si sono trasferiti a Boston, dove Black è entrato alla Berklee School of Music. A Boston, Black, Speed e D’Angelo formano gli Human Feel con il chitarrista Kurt Rosenwinkel, che attirano rapidamente l’attenzione dei conoscitori del jazz a Boston, New York e oltre.
Nel 1991, Black e gli altri membri degli Human Feel si sono trasferiti a New York City, dove hanno elettrizzato la scena musicale di Downtown, allora incentrata sulla Knitting Factory, e sono diventati rapidamente tra i sidemen più impegnati della città. I primi anni di Black a New York lo videro protagonista in alcuni dei gruppi più acclamati dell’epoca, come il Bloodcount di Tim Berne, il trio di Ellery Eskelin e il Tiny Bell Trio di Dave Douglas. Cominciano così quindici anni di tournée e registrazioni pressoché costanti, con i gruppi sopra citati e con artisti come Uri Caine, Dave Liebman, Nels Cline, Steve Coleman, Tomasz Stanko e Laurie Anderson.
Ingresso libero
prenotazione 345 6638289
>>> in caso di maltempo il concerto si svolgerà nello spazio indoor della nuova sede





