c/o ex Chiesa San Giacomo Forlì
ingresso libero fino a esaurimento posti
Venerdì 11 ottobre
19.00 inaugurazione mostra fotografica di Žiga Koritnik e presentazione del libro “Cloud Arrangers”
Sabato 12 ottobre
20.30 Jacopo Fulimeni – pianoforte
Jean-Philippe Rameau: Gavotte avec 6 doubles da Suite en La, Nouvelles pieces de clavecin
Charles-Valentin Alkan: La Festine d’Esope op.39 n.12
Franz Liszt: Etudes d’ Execution Trascendante n. 10 -12
21.10 Quartetto Maurice
Georgia Privitera – violino | Laura Bertolino, violino | Francesco Vernero – viola | Aline Privitera – violoncello
Giacinto Scelsi: Quartetto n.4
Fausto Romitelli: Natura morta con fiamme – per quartetto ed elettronica
Mauro Lanza: The 1987 Max Headroom Broadcast Incident | per quartetto ed elettronica
21.50 Zaum Percussion
Simone Beneventi – percussioni | Carlota Cáceres – percussioni | Lorenzo Colombo – percussioni
Mario Bertoncini: Tune
Lorenzo Pagliei: Polaris
22.30 Joe Morris – chitarra – in esclusiva
Domenica 13 ottobre
11.00 Open Day Istituti Musicali Forlì
12.00 Conversazione-Concerto di Fabrizio Ottaviucci
“L’evoluzione del linguaggio musicale”
15.00 Piano & Wind Quintet (organizzato dall’Istituto Musicale A.Masini – Forlì)
Roberto Fantini: oboe | Yuri Ciccarese: flauto | Stefano Bertozzi: clarinetto | Guido Corti: corno | Paolo Carlini: fagotto | Pierluigi Di Tella: piano
Wolfgang Amadeus Mozart: Quintet K.452
per oboe, clarinetto, corno, fagotto e pianoforte
– Largo – Allegro moderato
– Larghetto
– Allegretto
Nikolay Rimsky-Korsakov: Quintet in B-flat major
per flauto, clarinetto, corno, fagotto e pianoforte
– Allegro con brio
– Andante
– Rondo: Allegretto
16.30 Erik Bertsch – pianoforte
Marco Stroppa: da Miniature Estrose – Primo Libro:
– Passacaglia canonica
– Tangata Manu
– Ninnananna
17.00 Benvenuti & Giomi
Monica Benvenuti: voce | Francesco Giomi: elettronica
Produzione: Tempo Reale
Sylvano Bussotti: Il Nudo – quarta parte, per voce sola – testo di Aldo Braibanti
Sylvano Bussotti: Attacca subito – frammenti, versione per elettronica sola
Sylvano Bussotti: Lachrimae, versione per voce ed elettronica
17.45 Presentazione del libro “Non abbastanza per me. Scritti e taccuini” di Stefano Scodanibbio edito da Quodlibet,
Intervento di Mario Gamba
concerto di Fabrizio Ottaviucci – pianoforte
Stefano Scodanibbio: Terre Lontane – per pianoforte, nastro e video
19.00 Paal Nilssen-Love Large Unit – data unica in Italia
Thomas Johansson: tromba | Mats Äleklint: trombone | Kristoffer Alberts: sax alto e tenore | Signe Emmeluth: sax alto e flauto | Hanne de Backer: clarinetto basso | Per Åke Holmlander: tuba | Kalle Moberg: fisarmonica | Ketil Gutvik chitarra el | Tommi Keranen: elettroniche | Jon Rune Strøm: contrabbasso e basso el | Christian Meaas Svendsen: contrabbasso e basso el | Andreas Wildhagen: batteria e percussioni | Paal Nilssen-Love: batteria e percussioni | Celio DeCarvalho: percussioni | Christian Brynildsen Obermayer: sound design
Torna il FORLÌ OPEN MUSIC, festival che si è fin da subito distinto dentro e fuori i confini nazionali per la sua trasversalità rispetto a vari mondi musicali; intenzionalmente la musica della tradizione storica si intreccia con quella del presente, in un’azione progettuale dalla forte connotazione divulgativa.
Questa identità si sposerà nella edizione 2019 a un’altra connotazione forte, come lo è il Festival di Musica Contemporanea Italiana, che viene accolto all’interno del FOM, altro evento creato da Area Sismica con lo scopo di divulgare le opere e l’arte di compositori e interpreti nati e formati nel nostro paese, giunto alla nona edizione.
Si intende perciò porre attenzione e sensibilizzare gli ascoltatori su musiche diverse nate nello stesso contesto storico. Non proporre semplicemente il prodotto finale, ma mostrare luoghi ed espressioni sonore del pensiero. Una musica che può essere scrittura ma anche realizzazione estemporanea, improvvisazione, sperimentazione, evocazione.
Ciò che, d’altra parte, distingue la musica nel suo più alto profilo, facendone un bene storico-artistico, un patrimonio comune, è proprio ciò che sta a monte del prodotto sonoro e che motiva la composizione. Forlì Open Music intende offrire al pubblico non un evento funzionale e con il solo scopo di intrattenere, ma vuole fare entrare in contatto chi ha qualcosa di vero da dire con chi ha voglia di ascoltare, di scoprire, indipendentemente dalle proprie passioni musicali.
Per raggiungere questo scopo il comune denominatore tra le musiche deve essere il valore assoluto di chi materialmente dona la vita al F.O.M. e anche in questa edizione sono stati invitati artisti considerati internazionalmente le punte di diamante dei rispettivi ambiti musicali, che dimostreremo una volta di più essere molto vicini, quasi compenetranti, tra loro, nonostante le etichette affibbiate.
Nella stupenda cornice del San Giacomo, ora dotato di un trattamento acustico definitivo, luogo di identità cittadina per storia passata e utilizzo presente, la musica diviene soggetto primario di condivisione, e si costituisce quale fattore unificante spontaneo, grazie alla diversità dei linguaggi musicali proposti e alla varietà dei soggetti fruitori.
La scelta di valorizzare un luogo cittadino di pregio tramite un evento come F.O.M. rappresenta, quindi, un vero e proprio progetto civico che contempla l’arte sia in senso ideale, sia nella sua vocazione più concreta formativa e accomunante.
Il programma di quest’anno abbraccerà altre forme d’arte, con la mostra fotografica di Ziga Koritnic e la presentazione del suo monumentale libro “Cloud Arrangers” che apriranno il Festival, e la letteratura, con la presentazione del libro postumo “Non abbastanza per me” di Stefano Scodanibbio, contrabbassista virtuoso e compositore che ha illuminato il panorama musicale degli ultimi trent’anni, di cui parleremo in seguito.
Žiga Koritnik vive e lavora a Ljubljana ed è ospite regolare dello storico Ljubljana Jazz Festival e di tanti altri eventi in tutto il mondo, tra cui Saalfelden Jazz Festival, Konrontationen di Nickelsdorf, Vienna Jazz Festival, Musique Mettisses di Angouleme, Francia, Womad di Reading, Inghilterra, il Talos Festival di Ruvo di Puglia, Ai Confini tra Sardegna e Jazz, Musica Sulle Bocche, il Jazz Festival di Skopje, il Vision Festival di New York, ecc.
Ha esposto a New York nella Galleria Kavehaz di Soho e nell’Angel Orensanz Center.
Le sue fotografie sono regolarmente pubblicate su giornali e riviste internazionali quali Time Out, Jazz Times, Jazziz, Signal to Noise, Neue Zeitschrift fur Musik, Ballett Internationale, Village Voice , Downbeat, Jazznyt, Jazzthetik, ecc.
Nel 1997 la rivista fotografica italiana Zoom gli dedicò un servizio e nel 2005 il suo lavoro è stato presentato in 16 pagine sulla rivista giapponese Jazznin.
Nel 2001 ha documentato la realizzazione della mostra Map to Paradise di Peter Greenaway. Le sue fotografie sono state incluse con CD pubblicati da etichette come Tzadik, Intuition Music, Nika Records, Trost Records, The Thing Records e Leo Records.
Ha tenuto oltre 60 mostre personali e 40 collettive in patria e all’estero (Slovenia, Italia, Stati Uniti, Austria, Malesia, Cina, Hong Kong, Germania, Francia, Croazia, Serbia, Macedonia, Monte Negro, Irlanda, Giappone …).
Ha ricevuto lo Special Recognition Award al concorso fotografico Olympus in Giappone.
Il F.O.M. 2019 amplierà il suo aspetto divulgativo con una conversazione/concerto curata dal M.to Fabrizio Ottaviucci e da 2 appuntamenti organizzati assieme agli Istituti Musicali di Forlì.
La conversazione/concerto si intitola “L’evoluzione del linguaggio musicale” e ci accompagnerà attraverso le epoche musicali, fino a decifrare gli stilemi contemporanei.
Fabrizio Ottaviucci è considerato come il più grande interprete delle composizioni per pianoforte di John Cage e di Giacinto Scelsi, con cui collaborò direttamente.
Diplomato in pianoforte presso il Conservatorio di Pesaro, ha studiato anche Composizione e Musica Elettronica.
Ha tenuto centinaia di concerti e tournée in Spagna, Austria, Svizzera, Inghilterra, Polonia, Messico, Stati Uniti, Canada, India, Corea del Sud, ecc.
Di particolare rilievo la sua attività nella musica contemporanea: ha collaborato con prestigiosi partner quali Rohan De Saram, Stefano Scodanibbio, Mike Svoboda, Francesco Dillon, Daniele Roccato, Markus Stockhausen e molti altri protagonisti della nuova musica.
Ha eseguito prime assolute di Giacinto Scelsi, Stefano Scodanibbio, Ivan Vandor, Gilberto Cappelli, Alberto Caprioli, Tonino Tesei, Fernando Mencherini, Fabrizio De Rossi Re, Osvaldo Coluccino.
Ha collaborato con Terry Riley, partecipando a esecuzioni dirette dal compositore e realizzando una versione inedita dei due Keyboard Studies e di Tread on the Trail (prima versione per pianoforte dell’opera).
Ha inciso opere di Scelsi, Cage, Ustvolskaja, Riley, Gubaidulina per Stradivarius e Wergo.
Nel campo della musica intuitiva ha registrato e tenuto concerti con Simon Stockhausen, Trilok Gurtu, Gary Peacock, Mark Nauseef, Tony Esposito, Conny Bauer, Robyn Schulkowsky, Arild Anderson. In questa direzione ha registrato per la Ecm (primo artista italiano della collana), per la CMP, l’Amiata, la Splash R, l’Egea.
La prima serie di concerti si aprirà sabato 12 ottobre alle ore 20.30 e non è un caso che il primo passo di questo cammino tra i confini musicali lo compierà un enfant prodige, il talentuosissimo Jacopo Fulimeni, a sottolineare come una delle vocazioni del Festival sia anche quella di portare alla luce i migliori rappresentanti delle nuove generazioni, che siano interpreti o compositori.
Jacopo Fulimeni ha iniziato lo studio del pianoforte all’età di 8 anni. A 9 anni ha sostenuto l’esame di ammissione per la classe di pianoforte al Conservatorio “G.B.Pergolesi” di Fermo, risultando 1° su 54 candidati.
Si è classificato 1° assoluto in numerosi concorsi tra cui il Concorso Nazionale “Città dell’Aquila, il Concorso Nazionale “Città di Riccione”, il Concorso Nuova Coppa pianisti di Osimo, il Concorso Nazionale Piove di Sacco, il Concorso Internazionale “A. Baldi” di Bologna con 10 nazioni partecipanti, il Concorso Internazionale Pianotalents di Milano con 23 nazioni partecipanti.
A 12 anni ha tenuto il suo primo recital presso la Sala dei Ritratti di Fermo invitato dalla Gioventù Musicale Italiana, inserito in un cartellone prestigioso accanto a grandi protagonisti della scena pianistica internazionale, come F. J. Thiollier, V. Kolodhenko, Y. Avdeeva.
Ha partecipato ai corsi del Progetto International Masterclasses IMC 2013, conseguendo una borsa di studio come vincitore assoluto delle selezioni (150 partecipanti) esibendosi nel luglio del 2014 presso il Festival Florio di Favignana, in un recital registrato da Radio Vaticana.
Ha esordito nel 2012 nel ruolo di solista con l’Orchestra Sinfonica Abruzzese ed è stato chiamato a tenere concerti presso numerosi Festival pianistici (Festival Liszt di Grottammare, Festival pianistico internazionale di Casale Monferrato, Master4strings di Pistoia, Festival Florio a Favignana, Festival musicale Piceno, Mugellini Festival di Potenza Picena).
A dicembre di un anno fa si è esibito come solista con la Form (Orchestra filarmonica marchigiana) nel Concerto in D major di Haydn presso i Teatri Gentile da Fabriano e Annibal Caro di Civitanova Marche.
Nel 2018, presso l’Auditorium del Conservatorio Pergolesi di Fermo, gli è stato conferito il Premio Giordaniello in occasione della XV edizione dell’omonimo Festival.
E’ stato invitato dal governo ungherese a tenere un concerto per la stagione 2019/2020 presso il Liszt Ferenc Memorial Museum di Budapest.
Successivamente il cammino si avvicinerà alle epoche contemporanee con una vera e propria perla, il concerto del Quartetto Maurice, formazione che interpreterà composizioni immaginifiche di Giacinto Scelsi e Francesco Lanza.
Una costante ed instancabile ricerca sul suono è l’aspetto che contraddistingue meglio il percorso del Quartetto Maurice, a partire dalla sua fondazione nel 2002. Dopo aver approfondito l’ambito classico, il Quartetto manifesta l’esigenza di porre in primo piano nel proprio repertorio la musica dei secoli XX e XXI, esplorando ogni tipo di linguaggio contemporaneo.
Nel corso degli anni il Quartetto Maurice ha approfondito lo studio del repertorio della musica contemporanea con i più grandi interpreti e con i maggiori compositori dello scenario musicale internazionale. Vari i progetti 4+1, inteso come quartetto d’archi + elettronica, con cui si delinea la volontà del Quartetto Maurice di considerare l’elemento elettronico come un quinto membro del gruppo e di lavorare quindi in senso cameristico con l’elettronica, cogliendo le suggestioni sonore che essa offre per poi rilanciarle in ambito acustico, in un fluire di novità acustiche che si alimentano vicendevolmente.
Di recente l’uscita discografica per Stradivarius dedicata interamente al quartetto d’archi ed elettronica con i brani di Fausto Romitelli, Mauro Lanza, Andrea Agostini, Silvia Borzelli all’interno del progetto SIAE – classici di oggi.
Il Quartetto si è esibito nei maggiori festival in Italia ed in tutto il mondo, tra i quali: Biennale di Venezia, Società del Quartetto di Milano, “November Music” in Olanda, “Italian Academy” presso la Columbia University di New York, “New Music Festival” di Vancouver, “International Summer Course for New Music” di Darmstadt, “ManiFeste” di Parigi, “Nuova Musica” di Macerata, “Open Music” a Graz in Austria, “New Music Vancouver”, Biennale di Zagabria, presso l’Istituto Italiano di Cultura e per il ProQuartet di Parigi, Festival “Mixtur” di Barcellona, Festival “Tzlil Meudcan” di Tel Aviv (Israel), “Distat Terra” festival in Argentina, Bludenzer Tage zeitgemäßer Musik 2017, etc..
Ha ricevuto il sostegno della De Sono – Associazione per la Musica di Torino, dei Freunde und Förderer des Internationalen Musikinstituts Darmstadt, dell’Association ProQuartet di Parigi e del CIDIM (Comitato Nazionale Italiano Musica). E’ stato selezionato dalla piattaforma Ulysses-Journeys per partecipare ad un workshop quartetto+elettronica sostenuto dall’IRCAM di Parigi nell’ambito del festival “ManiFeste 2017” in collaborazione con ProQuartet. Ha fatto parte dell’iniziativa “Le dimore del quartetto”, un progetto in collaborazione con ADSI. Ha vinto il bando MOVIN’ UP 2016 (per il sostegno alla mobilità degli artisti) promosso da GAI, Giovani artisti italiani, in collaborazione con il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo.
Ha vinto il XXXV Premio della Critica Musicale Italiana “Franco Abbiati” dedicato a Piero Farulli nel 2015 ed il Kranichsteiner Stipendium Preis per “48° Ferienkurse fur Neue Musik” di Darmstadt nel 2016.
A seguire si esibirà il trio Zaum Percussion, che riunisce al suo interno 3 dei più grandi percussionisti della scena internazionale, per un omaggio al genio di Mario Bertoncini e a quello di Lorenzo Pagliei.
Fondato nel 2018, ZAUM_percussion è un ensemble formato da Simone Beneventi, Carlota Cáceres e Lorenzo Colombo, provenienti da percorsi di studio e di attività artistica internazionali, accomunati dall’interesse per la ricerca, la creazione di nuove forme di produzione e fruizione musicale, lo studio e la ripresa delle opere più significative del repertorio per percussioni del XX e XXI secolo, i tre hanno fatto convergere in questo ensemble e loro esperienze, i loro ambiti di azione e i loro interessi artistici affini.
Carlota Cáceres è una percussionista versatile specializzata nel repertorio solistico e da camera di musica contemporanea e nella realizzazione di nuove opere. Originaria di Badajoz, Spagna (1988), Carlota si è laureata con lode in percussioni nel Conservatorio Superiore delle Isole Baleari e ha conseguito il Master in Music Performance alla Hochschule für Musik di Basilea, con il prof. Christian Dierstein.
Ha vinto il primo e il secondo premio del concorso Kiefer Hablitzel Stiftung e il terzo premio al Förderpreis der BOG für Junge Musikerinnen.
Carlota è membro fondatore di ZAUM_percussion e TAMGRAM TRIO, e collabora inoltre con Nou Ensemble (S) e Zone Experimentale (CH), concentrandosi sullo sviluppo di nuova musica e nuovi concetti.
Si è esibita in numerosi festival internazionali quali: Darmstadt Ferienkurse für Neue Musik, Manifeste IRCAM Paris, Davos Festival, OJAI Music Festival.
Percussionista e performer, Simone Beneventi si è esibito come solista interprete della musica di ricerca del XX e XXI secolo, in Festival quali La Biennale di Venezia, Milano Musica, Parco della Musica di Roma, Festival Aperto di Reggio Emilia, L’Arsenale di Treviso, Festival Manca di Nizza, l’Espace sonore di Basilea, Samtida di Stoccolma, Biennale di Zagabria, Autumn di Varsavia, Gaida di Vilnius, Huddersfield Contemporary Music Festival.
Già premiato con il Leone d’argento alla Biennale musica di Venezia 2010 (progetto Repertorio zero), il suo percorso di ricerca sul suono, la progettazione di nuovi strumenti e di nuove soluzioni compositive per percussioni, l’hanno portato in breve tempo a collaborare con importanti compositori d’ avanguardia (Pierluigi Billone, Peter Maxwell Davies, Ivan Fedele, Heiner Goebbels, Helmut Lachenmann, David Lang, Riccardo Nova, Fausto Romitelli, Salvatore Sciarrino), ensemble europei (Klangforum Wien, Neue Vocalsolisten Stuttgart, Ensemble Prometeo, mdi ensemble), e artisti quali PanSonic, Matmos, Ennio Morricone, John Malkovich, Sainkho Namtchylak, definendo il suo campo performativo come “Solismo creativo”.
Nel 2012 ha prodotto per la Biennale di Venezia il progetto Golfi d’ombra: un concerto in solo all’interno di un’ installazione di 55 strumenti sospesi.
Al momento sta lavorando con il regista Daniele Abbado ad una nuova versione dello spettacolo Jules Verne (1983) per tre percussionisti-performers, composto da Giorgio Battistelli.
Ha suonato con le più prestigiose orchestre italiane tra cui la Filarmonica della Scala, la Fenice di Venezia, il Maggio Musicale Fiorentino e l’Opera di Roma.
Ha inciso per Aeon, Kairos, Neos, Stradivarius, Wergo, ed è stato trasmesso da numerose radio europee quali Rai-Radio3, Croatian Radio, Austrian Radio, Deutschlandfunk, Antena-3.
Lorenzo Colombo, attualmente residente in Danimarca, collabora con diversi gruppi tra cui Divertimento Ensemble, Athelas Sinfonietta Copenhagen, Sentieri Selvaggi.
A partire dal 2016 è stato identificato da Ulysses Network come promettente giovane musicista, permettendogli importanti collaborazioni tra le quali un progetto con IEMA (International Ensemble Moderne Academie).
Lorenzo è stato selezionato come percussionista dell’Ulysses Ensemble ed ha avuto la possibilità di collaborare con Ensemble Intercontemporain diretto da Beat Furrer (MANIFSTE 2018 organizzato dall’IRCAM a Parigi).
Vincitore del “Premio Nazionale delle Arti” 2011, “Yamaha Foundation of Europe” 2013 ed “International Percussion Competition” 2015 Lorenzo si è esibito in numerosi festival come solista ed in formazione cameristica (“Manifeste 2016/2018” IRCAM Paris, Warsaw Autumn Festival 2014, Darmstadt Summer Courses 2014, “Biennale Musica 2016” Venice , Gaudeamus Muziekweek 2017, ” Klang Festival 2016” in Copenhagen, “Rondó Divertimento Ensemble”, MI.TO, Milano Musica).
Anche in questa edizione del F.O.M. avremo eventi organizzati in esclusiva mondiale, come il solo abbagliante dell’incredibile chitarrista / compositore / improvvisatore statunitense Joe Morris, che chiuderà la prima serata di concerti.
Joe Morris è stato definito da Downbeat Magazine “il principale chitarrista di musica libera della sua generazione”. Per Will Montgomery, critico della rivista WIRE, è “uno dei più grandi improvvisatori viventi”.
Classe 1955, ha iniziato a suonare la chitarra all’età di 14 anni partendo dalla musica rock, passando al blues, poi al jazz, al free jazz e all’improvvisazione libera. Ha pubblicato il suo primo disco Wraparound (riti) nel 1983. Ha composto oltre 150 brani musicali originali.
Morris si è esibito e/o registrato con molti dei più importanti artisti contemporanei nella musica improvvisata, tra cui Anthony Braxton, Evan Parker, John Zorn, Ken Vandermark, Tomeka Reid, Fay Victor, Tim Berne, William Parker, Tyshawn Sorey, Sylvie Courvoisier, Agusti Fernandez, Peter Evans, David S. Ware, Joe Maneri, Dewey Redman, Sunny Murray, Wadada Leo Smith, Leroy Jenkins, Lawrence D. “Butch” Morris, Mary Halvorson, Marshall Allen, Barre Phillips, Barry Guy, Matthew Shipp, molti altri.
Morris è protagonista, co-leader o sideman di oltre 140 registrazioni incise da etichette quali ECM, ESPdisk, Clean Feed, Hat Hut, Aum Fidelity, Avant, OkkaDisk, Not Two, Soul Note, Leo, No Business, Rogue Art, Relative Pitch, Incus, RareNoise e le sue etichette Riti e Glacial Erratic.
Ha tenuto conferenze e seminari sulla propria musica e sull’improvvisazione negli Stati Uniti, in Canada e in Europa, tra cui l’Università di Princeton, l’Università di Harvard, il Bard College, l’Università di Alberta e l’Università di Guelph.
Ha ricevuto il premio Killam Visiting Scholar 2016 presso l’Università di Calgary.
È stato docente presso la Tufts University, la Southern Connecticut State University, la Longy School of Music del Bard College e la New School. Dal 2000 è docente presso il Dipartimento di improvvisazione jazz e contemporanea del New England Conservatory.
Come detto la collaborazione di Area Sismica con gli Istituti Musicali forlivesi è di fondamentale importanza per il perseguimento dell’obiettivo dell’associazione culturale. Pertanto la domenica del festival si aprirà con l’esperienza del Saggio Scolastico, progetto che coinvolge e fonde in formazioni diverse gli studenti dell’Istituto Masini e del Liceo Musicale Statale.
A seguire avremo la conversazione/concerto di Fabrizio Ottaviucci sopra descritta.
Avremo poi un altro appuntamento organizzato dall’Istituto Musicale Angelo Masini di Forlì, con la formazione Piano & Wind Quintet.
Il concerto è dedicato al Dott. Giulio Vanitelli e offerto dalla moglie l’artista pittrice Anny Wernert.
Questa formazione interpreterà il quintetto K 452 di Mozart (1784), innovativo per scrittura e organico, che sembra superare i confini cameristici per incontrare quelli orchestrali e viaggiare tra le epoche divenendo riferimento per Rimsky-Korsakov che col suo quintetto in Si bemolle maggiore (1876) attua un felice sodalizio tra la tradizione russa e la cultura occidentale.
Questo filo che lega le anime di due compositori solo apparentemente lontane si trasforma in una rete fittissima di intese, condivisioni e interazioni che legano le vite dei cinque componenti del Quintet Piano and Winds, stabilendo un incontro dei musicisti appartenenti alla storia dell’Istituto Musicale Masini con gli esponenti più acclamati del panorama musicale internazionale: Paolo Carlini, primo Fagotto dell’orchestra della Toscana nonché interprete solista di molte opere del repertorio contemporaneo a lui dedicate e Guido Corti considerato tra i migliori cornisti d’ Europa.
Lo sguardo poi tornerà poi a posarsi sui mondi contemporanei e a uno dei suoi più illuminati rappresentanti, Marco Stroppa, interpretato dall’impressionante Erik Bertsch.
Pianista italiano di origini olandesi, Erik Bertsch si dedica con uguale curiosità e spirito di ricerca al repertorio classico, romantico, novecentesco e contemporaneo.
Consegue la Laurea di Biennio Specialistico in Pianoforte Solista, con il massimo dei voti e la lode, presso il Conservatorio “Cherubini” di Firenze e si perfeziona con Alexander Lonquich presso l’Accademia Chigiana di Siena (vincendo la borsa di studio) e con Enrico Pace presso l’Accademia di Musica di Pinerolo. Ha frequentato il Corso di Perfezionamento in Musica da Camera presso l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia a Roma tenuto da Carlo Fabiano diplomandosi con il massimo dei voti.
Partecipa a concorsi nazionali e internazionali di pianoforte vincendo il II premio al Concorso Internazionale “Fondation Lèopold Bellan” di Parigi, il I premio al Concorso Nuovi Orizzonti di Arezzo, il I premio assoluto al Concorso “Rospigliosi” di Lamporecchio.
È stato ospite di “La Stanza della Musica” di Radio3, dove ha eseguito in diretta musiche di Brahms, Kurtág e Stroppa.
Erik si dedica con particolare attenzione e interesse alla musica del nostro tempo, perfezionandosi in questo repertorio con pianisti come Pierre-Laurent Aimard e Tamara Stefanovich (Piano Academy, Monaco di Baviera) e Maria Grazia Bellocchio (Divertimento Ensemble, Milano). Collabora inoltre con importanti compositori come Ivan Fedele, Alessandro Solbiati, Marco Stroppa, ma anche con giovani compositori che a lui hanno dedicato nuovi lavori.
Fra i suoi ultimi progetti di particolare rilevanza è stata l’esecuzione integrale del Primo Libro delle Miniature Estrose di Marco Stroppa, un ciclo di lavori di grande virtuosismo eseguito da Erik per la prima volta in Italia nella sua interezza.
A seguire il F.O.M. pone sotto i riflettori un altro gigante dei nostri tempi, Sylvano Bussotti, che sarà omaggiato dal duo Benvenuti & Giomi, per un evento nato in collaborazione con Tempo Reale di Firenze.
Sylvano Bussotti è tra i massimi compositori italiani viventi. Già da alcuni anni Tempo Reale ha voluto rendergli omaggio con un ciclo di progetti che reinterpretano in un luce nuova e attualissima una serie di opere della sua produzione musicale meno conosciuta. I programmi – costruiti insieme allo stesso Bussotti e a Rocco Quaglia –
ruotano intorno alla voce di Monica Benvenuti (cantante iconica del maestro fiorentino) così come ad un utilizzo inedito per lui degli strumenti elettronici. Il concerto si pone quindi come un unicum originalissimo e sorprendente nel panorama interpretativo della sua musica.
Monica Benvenuti è una cantante fiorentina, ha sviluppato un interesse specifico per la musica del Novecento e contemporanea, che l’ha portata a esplorare le potenzialità della voce umana in rapporto ai diversi linguaggi, dalla recitazione al canto lirico, attraverso molteplici livelli espressivi. Ha tenuto concerti in Germania, Francia, Spagna, Repubblica Ceca, Ungheria, Giappone (Tokyo, Suntory Hall), Brasile, Belgio, spesso interpretando musiche a lei dedicate. Nel 2004 ospite del Maggio Musicale Fiorentino per Volo di notte di Dallapiccola e del Teatro de la Zarzuela di Madrid, per La passion selon Sade di Sylvano Bussotti nel ruolo della protagonista. Nel luglio 2007 interpreta ancora Bussotti, nell’opera Silvano/Sylvano, presso l’Accademia di S. Cecilia, in un ruolo a lei dedicato.
Francesco Giomi, compositore e regista del suono, ha sviluppato una lunga esperienza nel campo della musica di ricerca e dei suoi rapporti con le altre arti. Negli ultimi anni si è particolarmente interessato all’elettronica dal vivo, esibendosi sia come solista che in altre formazioni. Da molti anni collabora con Tempo Reale, del quale è attualmente direttore; in questo ambito ha diretto l’equipe di produzione del centro nei principali teatri di tutto il mondo per le opere di Luciano Berio, e collaborando anche con musicisti e artisti come Virgilio Sieni, Henri Pousseur, Micha Van Hoecke, David Moss, Uri Caine, Sonia Bergamasco, Jim Black, Simona Bertozzi, Elio Martusciello. Insegna Musica Elettronica al Conservatorio di Musica di Bologna.
Successivamente il F.O.M. proporrà un evento nell’evento, la presentazione, curata dalla penna più illuminata del panorama dei critici musicali, Mario Gamba, del libro di Stefano Scodanibbio, “Non abbastanza per me. Scritti e taccuini” edito da Quodlibet.
Saranno proiettate riprese dell’indimenticabile genio maceratese e il M.to Fabrizio Ottaviucci interpreterà “Terre Lontane” per pianoforte, video e musiche preregistrate da Scodanibbio stesso.
A pochi anni dalla sua morte, il passaggio folgorante di Stefano Scodanibbio nella musica contemporanea appare sempre più, come ebbe a dire lui stesso del suo rapporto col contrabbasso, come un’avventura che nessun altro avrebbe potuto intraprendere.
Di questa avventura gli scritti qui raccolti presentano una testimonianza straordinariamente viva: gli appunti di viaggio (l’India, l’amatissimo Messico, la Svezia, la Spagna, la California), gli incontri decisivi (Scelsi, Berio, Xenakis, Nono, ma anche poeti e scrittori, come Sanguinetti e Agamben), le annotazioni illuminanti sulla musica si compongono in una sequenza vertiginosa, che ricorda la velocità e l’esattezza con cui egli riusciva a trarre dal contrabbasso sonorità prima di lui insospettate.
E man mano che la lettura procede, gli sguardi, i gesti, le sensazioni febbrili e quasi incomunicabili lasciano trasparire in filigrana qualcos’altro: il legarsi sempre più intimo e stretto di una vita e di un’opera, di un’avventura biografica perennemente insoddisfatta e di una maestria creatrice ogni volta esemplare.
Stefano Scodanibbio si è dedicato al pianoforte a partire dall’anno 2000 dopo vent’anni di quasi esclusiva frequentazione di strumenti a corde; il suo interesse per questo strumento è principalmente legato alle molteplici possibilità ritmiche che la prassi esecutiva polifonica del pianoforte può realizzare.
Nella composizione Terre Lontane un nastro magnetico realizzato con i suoni di contrabbasso manipolati elettronicamente avvolge il pianoforte in un viaggio timbrico dal colore scuro e profondo, dove gli scintillanti gesti sonori dello strumento a tastiera si adagiano quasi senza interferire con l’inesorabilità del paesaggio. L’opera si può considerare un lavoro di musica elettronica centrato sulla elaborazione del suono del contrabbasso in cui il pianoforte fa da testimone, assiste, accompagna. Come di prassi, nella tecnica compositiva di Scodanibbio e di molti altri compositori, alcuni temi vengono ripresi da un’opera all’altra e trattati nel diverso contesto; possiamo qui riconoscere come “lo sviluppo”, parte centrale di Only Connect, sia ripreso in una versione “pianoforte e orchestra” al centro del brano Terre Lontane.
“L’avanguardia è finita. L’avanguardia comincia ora. Scodanibbio ha capito tutto: si possono mettere tutti i neo e tutti i post che si vogliono, basta avere uno sguardo irrispettoso, aperto, caldo, vivace sul mondo”. (Mario Gamba)
E poi il finale, di quelli col botto, con la data unica italiana della monumentale ed esplosiva orchestra Large Unit del norvegese Paal Nilssen-Love.
Assieme alla Fire!Orchestra, ospitata in una edizione memorabile del F.O.M. del 2016, la Large Unit è la formazione dedita alla musica libera e all’incrocio e fusione di stilemi diversi più grande del mondo.
Paal Nilssen-Love è uno dei musicisti più operosi e prolifici che ci siano. Messosi fin da subito in luce con band come The Thing, Ballister, Hairy Bones, Chicago Tentet e Original Silence, nonché collaborazioni con musicisti come Arto Lindsay, Otomo Yoshihide, Akira Sakata, Ken Vandermark, Jim O’Rourke, Peter Brötzmann, Thurston Moore e molti altri, e con un’impressionante attività dal vivo nei 5 continenti.
Nel 2013 ha deciso che era il momento di creare una sua big band e così i Large Unit hanno preso vita. Composta principalmente da musicisti norvegesi, la Large Unit si manifesta come un’intensa forza motrice sul palco, ma si trasforma anche in passaggi più sottili e materici. Il gruppo si è quasi subito allargato acquisendo membri dalla Finlandia, Svezia e Danimarca.
Il primo concerto della Large Unit è stato al Molde Jazzfestival di luglio 2013 e da allora ha girato l’Europa, l’Etiopia, il Brasile, il Giappone e gli Stati Uniti.
Dopo l’EP del 2013 “First Blow” è uscito l’imponente album di debutto “Erta Ale”.
Nel 2015 l’orchestra si è estesa fino a raggiungere i 14 elementi, con l’inserimento di due percussionisti brasiliani e ha registrato dal vivo e in studio il cd “ANA”.
Nilssen-Love ha successivamente scritto nuovi brani per il tour mondiale del 2015 che sono stati registrati e pubblicati in “Fluku”.
Nel 2018 la band si è connessa al festival di musica contemporanea nyMusikk Only Connect di Oslo, incidendo “More Fun, Please!”.
La musica dei Large Unit parte dalle composizioni scritte da Nilssen-Love, ma i musicisti hanno sempre la massima libertà di dare il proprio apporto anche in maniera importante. La potenza dell’orchestra non è in discussione, basta notare la sezione ritmica, ma sorprende come riesca a disegnare paesaggi sonori di meravigliosa rarefazione. La quiete prima e dopo la tempesta…